Una sentenza della Cassazione ha portato all′attenzione il tema dell′anatocismo nei conti correnti, evidenziando la distinzione tra anatocismo legale e illegittimo. La decisione ha sottolineato che il saldo del conto corrente deve essere rideterminato senza l′applicazione dell′anatocismo. La legge consente la generazione di interessi sugli interessi, ma a condizione che siano rispettati determinati parametri, la delibera CICR del 9 febbraio 2000 stabilisce che la periodicità degli interessi attivi e passivi deve coincidere a, e in caso di capitalizzazione infrannuale, il contratto deve specificare il tasso annuo calcolato per questa capitalizzazione. In altre parole, l′anatocismo è legale solo se tali condizioni sono rispettate. Diversamente, l′anatocismo diventa illegittimo quando le banche non aderiscono a tali parametri. La recente sentenza della Cassazione, 18664/2023, ha sottolineato che un tasso annuo effettivo coincidente con quello nominale rende inefficace la clausola anatocistica. In pratica, se la banca non applica la capitalizzazione in modo effettivo, si configura un anatocismo illegittimo. La sentenza apre la strada ai i correntisti che desiderano richiedere la rideterminazione del saldo del conto corrente in presenza di anatocismo illegittimo. Se la banca non rispetta le normative vigenti o elude la pari periodicità degli interessi, il correntista ha il diritto di ottenere il rimborso degli importi pagati indebitamente. Questa richiesta di rideterminazione può essere avanzata anche per conti correnti chiusi, a condizione che non siano trascorsi più di 10 anni dalla chiusura del conto. Rappresenta un′opportunità chiara per i correntisti di far valere i propri diritti e ottenere il rimborso di eventuali importi pagati in eccesso a causa di pratiche bancarie non conformi alle normative. Per individuare se si è vittime di anatocismo illegittimo, è fondamentale esaminare attentamente il contratto di apertura di credito. La verifica delle condizioni contrattuali rispetto alle normative vigenti è cruciale per determinare la validità delle richieste di rideterminazione del saldo. In conclusione, la sentenza della Cassazione rappresenta un passo significativo nella tutela dei diritti dei correntisti. La consapevolezza delle normative e la revisione periodica dei contratti sono strumenti essenziali per garantire una relazione trasparente e equa tra le banche e i loro clienti.